SENTENZA STORICA:francesco mandante degli omicidi dei sacerdoti che aiutavano il popolo argentino


Argentina, sentenza storica: la Chiesa cattolica mandante degli omicidi dei sacerdoti che aiutavano il popolo

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Secondo la sentenza del tribunale de La Rijoa la Chiesa cattolica fu complice di crimini contro l’umanità durante la dittatura militare in Argentina tra 1976 y 1983.

La Chiesa argentina è stata giudicata complice della repressione contro los rojos della dittatura militare fra il 1976 e il 1983. Nello specifico dell’ultima sentenza, l’istituzione religiosa risulta collusa con i militari Luciano Benjamín Menéndez, Luis Fernando Estrella e Domingo Benito Vera, assassini dei sacerdoti Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville. I due preti, che appartenevano al Movimiento de Sacerdotes del Tercer Mundo, – nato da una costola del movimento evangelico Teologia della Liberazione  –  nel luglio del 1976, furono sequestrati nella loro chiesa, torturati e uccisi poco dopo.

Gli assassini sono stati condannati all’ergastolo un paio di mesi fa, da un tribunale de La Rioja, provincia del Nord del Paese. Le motivazioni della sentenza, pubblicate in questi giorni, puntano il dito contro la Chiesa Cattolica, considerata complice della dittatura militare che fece scomparire 30.000 giovani argentini.

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Jorge Videla,  fedele Soldato della Chiesa

Nella sentenza di condanna per i responsabili militari della zona, i magistrati hanno chiarito che esisteva in tutto il paese un piano del regime in collaborazione delle alte gerarchie ecclesiastiche per eliminare i preti scomodi: «: «Non si trattò di fatti  isolati e fuori contesto, attuati per moventi particolari. Al contrario, chiaramente, l’assassinio di Murias e Longueville deve essere interpretato precisamente nel contesto di un piano sistematico per l’eliminazione di oppositori politici. (…) Certamente i membri del popolo di Dio, così come la società argentina in generale, si aspettano da un’istituzione così significativa come la Chiesa cattolica, un atteggiamento di più nitido e chiaro ripudio dei meccanismi e di chi, in un modo o nell’altro permise e consentì la realizzazione di fatti gravissimi come quelli che giudichiamo adesso». Questo è ciò che si legge nelle motivazioni della sentenza.

Nel novembre del 1975, durante una visita alla base aerea de Chamical, nella zona di La Rioja, il provicario castrense Victorio Bonamín disse che il popolo, ribellatosi allo sfruttamento disumano dei latifondisti, aveva commesso peccati talmente gravi che si potevano redimere solo con il sangue. Questo era il clima che si respirava in quegli anni.

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Gli appartenenti al Movimiento de Sacerdotes del Tercer Mundo assassinati

Durante la dittatura (preparata sin dagli anni cinquanta, come scrive Horacio Verbitsky, nel suo libro ‘L’isola del silenzio, dalla Chiesa cattolica argentina, in combutta con l’Opus dei, P2, potere economico, militari, politici) i preti progressisti, che idealmente avevano aderito alle istanze democratiche della Teologia della Liberazione, si trovarono non solo a dover contrastare iterratenientes (latifondisti)  e i militari, ma anche “l’indifferenza” della loro stessa gerarchia.

In realtà nella storia del Sudamerica i militari furono solo degli esecutori. I mandanti furono, come scrive John Perkins  nel suo libro Confessioni di un sicario dell’economia, coloro che stavano all’apice di un sistema creato per lo sfruttamento delle risorse umane e naturali: finanza, corporation, Chiesa cattolica.

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Nella didascalia accanto alla foto: Il papa Giovanni Paolo VI con il generale Gualtieri e L’ammiraglio Jorge Anaya nel 1982 in una visita durante la guerra delle Malvinas

Secondo i giudici che hanno dettato la storica sentenza,  José Camilo Quiroga, Jaime Díaz Gavier y Carlos Julio Lascano, la scomparsa dei due preti della provincia di La Rioja, non fu «un fatto isolato», ma «parte di un piano sistematico di eliminazione degli oppositori politici». I sacerdoti Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville «facevano parte di un gruppo della Chiesa considerato nemico» e pertanto dovevano essere eliminati.

La Chiesa, secondo la sentenza, sapeva e lasciò fare. Nel giro di poche settimane, tra luglio e agosto del 1976, furono assassinati in provincia di La Rioja anche monsignor Pedernera e il vescovo Enrique Angelelli. In questo modo la Chiesa decapitò la cupola del pensiero evangelico cattolico dell’area.

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Woytjla “il santo” sempre in  compagnia di Gualtieri,durante la sua vista in Argentina

La Chiesa di Roma, scrive il giornalista argentino Horacio Verbitsky, non fu solo complice passivo della tragedia dei desaparecidos, ma autore attivo: «Laghi (il nunzio apostolico del Vaticano in Argentina N.d.R.) non agiva di sua iniziativa. La santa sede appoggiava la relazione speciale tra il suo ambasciatore e Massera”. (L’isola del silenzio)

«… i valori cristiani sono minacciati dall’aggressione di una ideologia che è rifiutata dal popolo. Per questo ognuno ha la sua quota di responsabilità, la Chiesa e le Forze Armate: la prima sta inserita nel Processo e accompagna la seconda, non solamente con le sue preghiere, ma anche con azioni in difesa e promozione dei diritti umani e la patria …»  (Nunzio papale, Monseñor Pío Laghi, 27/06/76).

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http://srv.juiceadv.com/banner_iframe.asp?user=4407&tipo=10L’ambasciatore americano Raul Castro e il Nunzio Apostolico Pio Laghi, assitono spensierati a una partita di tennis a Buenos Aires (1978)

Quando, durante un incontro con il papa, Massera goffamente si scusò perché gli squadroni della morte avevano assassinato alcuni sacerdoti ed alcune suore a Buenos Aires, Paolo VI, visibilmente impacciato, rispose che si trattava di «episodi superati».

Inoltre la Chiesa argentina in combutta con CIA Forze Armate , Aviazione e Marina, preparò il golpe criminale. Fu sempre la Chiesa cattolica a prescrivere ai militari le modalità di assassinio dei prigionieri politici, che venivano gettati dagli aerei ancora vivi; la Chiesa cattolica, attraverso i propri cappellani militari, convinse i marinai reticenti e angosciati, a torturare e ad uccidere i desaparecidos, facendo dire loro dai preti in divisa militare che «separare l’erba buona da quella cattiva» era un precetto biblico da applicare senza nessun timore.

3f45f3ad83c94aaa242e5e2f99dd69e4_verybig In Argentina, dagli anni cinquanta in poi, prelati, cardinali, vescovi, papi, fecero a gara per incoraggiare l’odio verso i ‘sovversivi’, tra i quali, come dice la sentenza dei giudici di La Rijoa, vi erano numerosi religiosi che appartenevano in gran parte ai movimenti popolari cristiani che volevano che il messaggio evangelico evocato dal Concilio vaticano secondo si tramutasse in giustizia sociale. Teologia della liberazione Montoneros, Movimiento de Sacerdotes del Tercer Mundo, furono alcuni dei movimenti cattolici nati in quegli anni.

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Le due religiose francesi Alice Domon e Léonie Duquet, fotografate all’E.S.M.A. dopo il loro sequestro e prima di venire torturate, uccise e fatte sparire

Chiesa cattolica, potere economico, militari, politici, Cia, dalla fine degli anni cinquanta, prepararono la logistica, indottrinarono e addestrarono i loro uomini con un fine preciso e lucido: eliminare la parte migliore del paese che, secondo loro, voleva: «… sovvertire l’ordine cristiano, la legge naturale o il progetto del Creatore».

Per fare questo la Chiesa argentina, appoggiata dalle gerarchie vaticane, al grido di “Dio è giusto”,non esitò a legittimare, la tortura, gli assassinii, e le sparizioni di migliaia di esseri umani: «Quando la Chiesa si sente minacciata nella sua stessa esistenza, cessa di essere soggetta a principi morali. (…) tutti i mezzi sono benedetti: inganno, tradimento, violenza, prigionia e morte», questo è ciò che facevano imparare a memoria a preti e militari nei corsi di ‘Guerra controrivoluzionaria’, dove molti docenti erano dei prelati cattolici.

«A volte, la repressione fisica è necessaria, è obbligatoria e come tale lecita» (Monsignor Miguel Medina, aprile 1982).

320153959_77c2d5a495 I giudici ricordano che le autorità ecclesiastiche argentine non mossero un dito per fermare la carneficina neppure davanti alle persecuzioni sofferte dai sacerdoti vicini ad Angelelli, scomparso in un misterioso incidente automobilistico, considerato poi un assassinio, mentre trasportava i documenti che informavano sulle persecuzioni e che sono serviti oggi come prova nei processi.

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Mons. Tortolo con Videla e Gualtieri

Página 12, il quotidiano progressista di Buenos Aires che segue con attenzione i processi contro i criminali della dittatura, ha rivelato tempo fa dell’incontro tra i vertici della Conferenza Episcopale argentina e l’allora dittatore Jorge Videla, nel 1978. In quell’occasione, quando si parlò deidesaparecidos, il cardinale Juan Aramburu commentò che «il problema è cosa rispondere perché la gente smetta di fare supposizioni». Quindi il problema non stava negli assassinii di massa ma come nascondere la verità sui desaparecidos.
A quanto pare il rapporto ambiguo tra Chiesa cattolica e dittatura continua ad esistere. I giudici sostengono nella loro sentenza che ancora adesso le autorità cattoliche hanno «un atteggiamento reticente» verso chi vuole scoprire i crimini. Lo stesso parroco della parrocchia in cui furono sequestrati i due sacerdoti assassinati ha tentato di impedire l’ingresso nella sua chiesa ai giudici, sostenendo fossero in corso «esercizi spirituali», nonostante la visita fosse stata ampiamente annunciata.

Scrivono i giudici nella sentenza: «I membri del popolo di Dio, così come il resto della società argentina si aspettano oggi da un’istituzione cosi importante come la Chiesa cattolica un ripudio chiaro e nitido a chi permise che si perpetrassero i gravissimi crimini che conosciamo». Se i giudici fanno questo appello significa che la Chiesa cattolica vuole continuare a coprire i propri crimini in tutti i modi possibili. Inoltre, come per i mafiosi italiani, la Chiesa non ha mai scomunicato i criminali argentini.

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Videla alle prese con il “pasto evengelico” elargitogli dalla Chiesa cattolica

«I membri della Giunta Militare saranno glorificati dalle generazioni future» (Monsignor Bonamín, marzo 1981).

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O CI SEI O CI FAI,FA LA COSA GIUSTA NON VOTARE


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I SOLITI COGLIONI CHE VOTANO

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francesco lo sterminatore


Le confessioni di Videla sui desaparecidos e sulla “Disposiciòn Final” inchiodano la Chiesa cattolica alle sue gravi responsabilità – il VIDEO

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Videla e il legato pontificio Pio Laghi

 –

Verbitsky afferma che la dittatura militare che sfociò nella Disposiciòn Final fu preparata, sin dal 1955, anche da militanti dell’Opus Dei. Inoltre, come  afferma Marino Curat un ex numerario dell’Opus dei nel libro ‘Opus dei segreta’, in Argentina, durante la tragedia dei desaparecidos, i dirigenti dell’istituzione ecclesiastica, nata in Spagna durante il franchismo, occupavano gli scranni governativi .

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di Giulia De Baudi

 

Devo cominciare a preoccuparmi di vivere in Italia. Mi devo preoccupare perché, come afferma l’ex partigiana e tuttora resistente Maria Pellegrini Ferri, in una intervista apparsa sul libro/dvd “Ribelli”, «Purtroppo il nostro Paese vive sotto una cappa di piombo che è quella del Vaticano».

Tutto quanto è disonorevole per la Chiesa cattolica, anche quando è ben visibile ed esplicito, viene annullato dai media. L’annullamento capillare di tutto ciò che è pervasivo ed è scrupolosamente seguito dai solerti servi del potere pluto-teocratico che censurano, anullano, omettono.

 

E allora leggiamo su El Pais un articolo apparso il 16 febbraio: «El máximo responsable de la última dictadura militar habló con la revista española Cambio 16. Dijo que recibió la colaboración de la Iglesia y el empresariado». Praticamente l’articolo afferma che Jorge Videla – l’uomo che ha guidato la dittatura militare in Argentina dal 1976 al 1981 e che attualmente sta scontando due ergastoli – ha concesso un’intervista alla rivista spagnola ‘Cambio 16’ in cui l’ex dittatore conferma che le gerarchie della Chiesa cattolica e i dirigenti delle imprese argentine collaborarono con gli assassini dei desaparecidos.

Alcuni giornali italiani, come L’Unità,convinti di appartenere alla cultura di sinistra, parlano della Disposiciòn  Final, parlano della responsabilità dei militari, parlano dei mandanti che appartenevano ad una grossa fetta dell’imprenditorialità argentina degli anni ‘70… ma non parlano della collaborazione che Chiesa cattolica argentina diede a questi mostri che ora, come sta facendo Videla, si vantano di aver compiuto questo genocidio in nome del loro dio e di essere i crociati del ventesimo secolo.

Eppure, anche dal punto di vista prettamente professionale sarebbe un piatto succulento. Vedere una giornalista apparire sugli schermi svelando ciò che tutto il mondo sa, da sempre, di questi crimini della Chiesa cattolica, sarebbe quello che si dice un grande scoop.

E invece niente. La maggior parte degli italiani, soprattutto i credenti italioti, non sapranno forse mai che la Chiesa cattolica argentina, guidata da colui che le madri di Plaza di Mayo maledirono, il defunto Karol Woytjla, come scrive Horacio Verbitsky nel suo libro ‘L’isola del silenzio’, non fu solo complice di questa tragedia, ma artefice.

videla e Luciani Alle spalle di Luciani vediamo Videla, in gran uniforme

il giorno dell’incoronazione si Giovanni Paolo I,

primo capo di stato straniero

ad essere ricevuto dal nuovo pontefice.

 

Verbitsky afferma che la dittatura militare che sfociò nella Disposiciòn Final fu preparata, sin dal 1955, anche da militanti dell’Opus Dei. Inoltre, come  afferma Marino Curat un ex numerario dell’Opus dei nel libro ‘Opus dei segreta’, in Argentina, durante la tragedia dei desaparecidos, i dirigenti dell’istituzione ecclesiastica, nata in Spagna durante il franchismo, occupavano gli scranni governativi .

 

La responsabilità delle morti atroci di trentacinquemila giovani spariti per sempre, per i giornalisti italiani è una verità dimezzata: anche adesso che si aprono altri spiragli di verità, grazie alle interviste a Videla sulla rivista spagnola Cambio 16, e grazie al libro di Ceferino Reato sulle disposizioni finali che uscirà tra breve in argentina, i media italiani si dimenticano di riportare quanto Videla afferma sui crimini della Chiesa cattolica. “No olvide que incluso teníamos a los capellanes castrenses asistiéndonos”. Dice Videla al giornalista di non dimenticarsi che loro avevamo l’assistenza dei cappellani militari, intendendo quei preti in divisa che accompagnavano i militari nei “voli della morte”. Questi preti criminali avevano il compito di acquietare la coscienza dei militari che gettavano i giovani vivi dagli aerei dicendo loro che ciò che facevano era sacrosanto.

Nenche a dirlo, i giornalisti italiani non danno notizia del ‘pentimento’ della gerarchia ecclesiastica argentina, come invece hanno fatto i giornali di tutto il mondo dove la cappa di piombo ecclesiale è più leggera.

 

Il giornalista argentino Mario Paoletti invece parla con coraggio di questo falso arrepentimiento (pentimento) ecclesiastico:

“En Argentina, la Iglesia católica y el Ejército acaban de pedir perdón por sus crímenes durante la dictadura de Videla. La Iglesia ha tardado 24 años en pedir ese perdón. En cuanto al Ejército ya lo había hecho antes, pero por alguna razón ha creído que tenía que volver a hacerlo. Se trata de pedidos de perdón un poco vagos, sostenido en palabras que sobrevuelan la tragedia sin profundizar en él.

Alguna prensa, sin embargo, ha hablado de “arrepentimiento”. Error: quienes han pedido estos perdones no han tenido participación directa en el genocidio argentino. Los verdaderos responsables (varios cientos de sacerdotes, más de la mitad de los obispos y el 90% de los oficiales y suboficiales que estaban en funciones entre 1976 y 1982) siguen sin decir esta boca es mía, de modo que es imposible saber si están arrepentidos (por ejemplo, de haber asesinado al obispo de La Rioja, monseñor Angelelli, a tres sacerdotes y a varias monjas, de 180.000 detenciones ilegales, de 70.000 torturas, de violaciones y robos sistemáticos) o si sólo están incómodos. Mientras tanto, se sigue hablando de reconciliación. Creo que la reconciliación es perfectamente posible si hay arrepentimiento sincero. Los pasos tendrían que ser los siguientes:

1. Las Fuerzas Armadas y la Iglesia abran sus archivos (sin trampas, claro) sobre la represión.

2. Todos los que participaron del genocidio escriban una declaración contando qué, cómo y con quiénes lo hicieron. A partir de allí se podrá empezar a creer en el arrepentimiento y enterrar el pasado.

 

In sostanza Paoletti afferma che quello della Chiesa cattolica è un falso pentimento che tra l’altro arriva solo 24 anni di silenzio sul genocidio. Dice anche che questo ‘pentimento’ è molto vago e sostenuto da parole evanescenti che non approfondiscono la tragedia argentina. Dice inoltre che solo quando la Chiesa aprirà, “senza trucchi” i propri archivi segreti  sulla repressione e solo quando i preti e i vescovi responsabili del genocidio racconteranno davanti ai giudici come, quando e con chi compirono questi crimini, si potrà cominciare a sotterrare il passato.

Il pentimento inteso cristianamente come ‘peccato’ da espiare con un po’ di preghierine serali non placherà il dolore delle madri che non avranno mai una tomba dove porre un fiore rosso per separarsi da quei figli che avevano la sola colpa di aver un giorno immaginato una società più umana.

G.D.B. –  24 febbraio 2013

Altri articoli di Giulia De Baudi

Nel link il video della confessione di Videla

http://www.youtube.com/watch?v=Qm08-xeweBU

 

Altri articoli sui desaparecidos

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papal’assassino


Papal’assassino

 

 Sabato, 17 Maggio 2014 08:23
 Giulia De Baudi *
Argentina, sentenza storica: la Chiesa cattolica mandante degli
omicidi dei sacerdoti che aiutavano il popolo
Secondo la sentenza del
tribunale de La Rijoa la
Chiesa cattolica fu complice di
crimini contro l ’ umanità
durante la dittatura militare in Argentina tra 1976 y 1983.
La Chiesa argentina è stata giudicata complice della repressione
contro los rojos della dittatura militare fra il 1976 e il 1983. Nello
specifico dell ’ ultima sentenza, l ’ istituzione religiosa risulta collusa
con i militari Luciano Benjamín Menéndez, Luis Fernando Estrella e Domingo Benito Vera, assassini dei sacerdoti
Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville . I due preti, che appartenevano al Movimiento de Sacerdotes
del Tercer Mundo, – nato da una costola del movimento evangelico Teologia della Liberazione – nel luglio del
1976, furono sequestrati nella loro chiesa, torturati e uccisi poco dopo.
Gli assassini sono stati condannati all ’ ergastolo un paio di mesi fa, da un tribunale de La Rioja, provincia del Nord
del Paese. Le motivazioni della sentenza, pubblicate in questi giorni, puntano il dito contro la Chiesa Cattolica,
considerata complice della dittatura militare che fece scomparire 30.000 giovani arge ntini.
Jorge Videla, fedele Soldato della Chiesa
Nella sentenza di condanna per i responsabili militari della zona, i magistrati hanno chiarito che esisteva in tutto
il paese un piano del regime in collaborazione delle alte gerarchie ecclesiastiche pe r eliminare i preti scomodi: «
«Non si trattò di fatti isolati e fuori contesto, attuati per moventi particolari. A l contrario, chiaramente,
l ’ assassinio di Murias e Longueville deve essere interpretato precisamente nel contesto di un piano
sistematico per l ’ eliminazione di oppositori politici. (…) Certamente i membri del popolo di Dio, così come
la società argentina in generale, si aspettano da un ’ istituzione così significativa c ome la Chiesa cattolica, un
atteggiamento di più nitido e chiaro ripudio dei meccanismi e di chi, in un modo o ne ll ’ altro permise e consentì
la realizzazione di fatti gravissimi come quelli che giudichiamo adesso». Questo è ciò che si legge nelle
motivazioni della sentenza.
Nel novembre del 1975, durante una visita alla base aerea de Chamical, nella zona di La Rioja, il provicario
castrense Victorio Bonamín disse che il popolo, ribellatosi allo sfruttamento disuman o dei latifondisti, aveva
commesso peccati talmente gravi che si potevano redimere solo con il sangue. Questo era il clima che si
respirava in quegli anni.
1 di 6 18/05/2014 21:24
Gli appartenenti al Movimiento de Sacerdotes del Tercer Mundo assassinati
Durante la dittatura (preparata sin dagli anni cinquanta, come scrive Horacio Verbitsky, nel suo libro ‘ L ’ isola
del silenzio, dalla Chiesa cattolica argentina, in combutta con l ’ Opus dei, P2, potere economico, militari, politici) i
preti progressisti, che idealmente avevano aderito alle istanze democratiche della Teologia della Liberazione,
si trovarono non solo a dover contrastare i terratenientes (latifondisti) e i militari, ma anche “ l ’ indifferenza ” della
loro stessa gerarchia.
In realtà nella storia del Sudamerica i militari furono solo degli esecutori. I manda nti furono, come scrive John
Perkins nel suo libro Confessioni di un sicario dell ’ economia , coloro che stavano all ’ apice di un sistema creato
per lo sfruttamento delle risorse umane e naturali: finanza, corporation, Chiesa cattolica.
Nella didascalia accanto alla foto: Il papa Giovanni Paolo VI con il generale Gualtie ri e L ’ ammiraglio Jorge Anaya
nel 1982 in una visita durante la guerra delle Malvinas
Secondo i giudici che hanno dettato la storica sentenza, José Camilo Quiroga, Jaime Díaz Gavier y Carlos Julio
Lascano, la scomparsa dei due preti della provincia di La Rioja, non fu «un fatto isolato», ma «parte di un piano
sistematico di eliminazione degli oppositori politici». I sacerdoti Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville
«facevano parte di un gruppo della Chiesa considerato nemico» e pertanto dovevano essere eliminati.
La Chiesa, secondo la sentenza, sapeva e lasciò fare. Nel giro di poche settimane, tra luglio e agosto del 1976,
furono assassinati in provincia di La Rioja anche monsignor Pedernera e il vescovo Enrique Angelelli . In
2 di 6 18/05/2014 21:24
questo modo la Chiesa decapitò la cupola del pensiero evangelico cattolico dell ’ area.
Woytjla “ il santo ” sempre in compagnia di Gualtieri,durante la sua vista in Argentin a
La Chiesa di Roma, scrive il giornalista argentino Horacio Verbitsky, non fu solo complice passivo della tragedia
dei desaparecidos, ma autore attivo: «Laghi (il nunzio apostolico del Vaticano in Argentina N.d.R.) non agiva di
sua iniziativa. La santa sede appoggiava la relazione speciale tra il suo ambasciator e e Massera ” . (L ’ isola del
silenzio)
«… i valori cristiani sono minacciati dall ’ aggressione di una ideologia che è rifiutata dal popolo. Per questo
ognuno ha la sua quota di responsabilità, la Chiesa e le Forze Armate: la prima sta i nserita nel Processo e
accompagna la seconda, non solamente con le sue preghiere, ma anche con azioni in dif esa e promozione dei
diritti umani e la patria …» (Nunzio papale, Monseñor Pío Laghi, 27/06/76).
L ’ ambasciatore americano Raul Castro e il Nunzio Apostolico Pio Laghi, assitono spensierati a una partita di
tennis a Buenos Aires (1978)
Quando, durante un incontro con il papa, Massera goffamente si scusò perché gli squad roni della morte avevano
assassinato alcuni sacerdoti ed alcune suore a Buenos Aires, Paolo VI, visibilmente i mpacciato, rispose che si
trattava di «episodi superati».
Inoltre la Chiesa argentina in combutta con CIA Forze Armate , Aviazione e Marina, preparò il golpe criminale.
Fu sempre la Chiesa cattolica a prescrivere ai militari le modalità di assassinio dei prigionieri politici, che
venivano gettati dagli aerei ancora vivi; la Chiesa cattolica, attraverso i propri ca ppellani militari, convinse i
marinai reticenti e angosciati, a torturare e ad uccidere i desaparecidos, facendo di re loro dai preti in divisa
militare che «separare l ’ erba buona da quella cattiva» era un precetto biblico da applicare senza nessun timore.
3 di 6 18/05/2014 21:24
In Argentina, dagli anni cinquanta in poi, prelati, cardinali, vescovi, papi, fecero a gara per incoraggiare l ’ odio
verso i ‘ sovversivi ’ , tra i quali, come dice la sentenza dei giudici di La Rijoa, vi erano numerosi religiosi che
appartenevano in gran parte ai movimenti popolari cristiani che volevano che il messaggio evangelico evocato
dal Concilio vaticano secondo si tramutasse in giustizia sociale. Teologia della liberazione Montoneros, Movimiento
de Sacerdotes del Tercer Mundo, furono alcuni dei movimenti cattolici nati in quegli anni.
Le due religiose francesi Alice Domon e Léonie Duquet, fotografate all ’ E.S.M.A. dopo il loro sequestro e prima di
venire torturate, uccise e fatte sparire
Chiesa cattolica, potere economico, militari, politici, Cia, dalla fine degli anni ci nquanta, prepararono la logistica,
indottrinarono e addestrarono i loro uomini con un fine preciso e lucido: eliminare l a parte migliore del paese
che, secondo loro, voleva: «… sovvertire l ’ ordine cristiano, la legge naturale o il progetto del Creatore».
Per fare questo la Chiesa argentina, appoggiata dalle gerarchie vaticane, al grido di “ Dio è giusto ” , non esitò a
legittimare, la tortura, gli assassinii, e le sparizioni di migliaia di esseri umani: «Quando la Chiesa si sente
minacciata nella sua stessa esistenza, cessa di essere soggetta a principi morali. (…) tutti i mezzi sono benedetti:
inganno, tradimento, violenza, prigionia e morte», questo è ciò che facevano imparare a memoria a preti e
militari nei corsi di ‘ Guerra controrivoluzionaria ’ , dove molti docenti erano dei pre lati cattolici.
«A volte, la repressione fisica è necessaria, è obbligatoria e come tale lecita» (Monsignor Miguel Medina, aprile
1982).
4 di 6 18/05/2014 21:24
I giudici ricordano che le autorità ecclesiastiche argentine non mossero un dito per fermare la carneficina
neppure davanti alle persecuzioni sofferte dai sacerdoti vicini ad Angelelli, scomparso in un misterioso incidente
automobilistico, considerato poi un assassinio, mentre trasportava i documenti che in formavano sulle
persecuzioni e che sono serviti oggi come prova nei processi.
Mons. Tortolo con Videla e Gualtieri
Página 12 , il quotidiano progressista di Buenos Aires che segue con attenzione i processi contro i criminali della
dittatura, ha rivelato tempo fa dell ’ incontro tra i vertici della Conferenza Episcopa le argentina e l ’ allora dittatore
Jorge Videla, nel 1978. In quell ’ occasione, quando si parlò dei desaparecidos , il cardinale Juan Aramburu
commentò che «il problema è cosa rispondere perché la gente smetta di fare supposizioni». Quindi il problema
non stava negli assassinii di massa ma come nascondere la verità sui desaparecidos .
A quanto pare il rapporto ambiguo tra Chiesa cattolica e dittatura continua ad esiste re. I giudici sostengono nella
loro sentenza che ancora adesso le autorità cattoliche hanno «un atteggiamento reticente » verso chi vuole
scoprire i crimini. Lo stesso parroco della parrocchia in cui furono sequestrati i du e sacerdoti assassinati ha
tentato di impedire l ’ ingresso nella sua chiesa ai giudici, sostenendo fossero in corso «esercizi spirituali»,
nonostante la visita fosse stata ampiamente annunciata.
Scrivono i giudici nella sentenza: «I membri del popolo di Dio, così come il resto della società argentina si
aspettano oggi da un ’ istituzione cosi importante come la Chiesa cattolica un ripudio chiaro e nitido a chi permise
che si perpetrassero i gravissimi crimini che conosciamo». Se i giudici fanno questo appello significa che la
Chiesa cattolica vuole continuare a coprire i propri crimini in tutti i modi possibil i. Inoltre, come per i mafiosi
italiani, la Chiesa non ha mai scomunicato i criminali argentini.
5 di 6 18/05/2014 21:24
Videla alle prese con il “ pasto evengelico ” elargitogli dalla Chiesa cattolica
«I membri della Giunta Militare saranno glorificati dalle generazioni future» (Monsignor Bonamín, marzo 1981).
da http://www.igiornielenotti.it
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la prova che francesco il papa è un assassino


Argentina, sentenza storica: la Chiesa cattolica mandante degli omicidi dei sacerdoti che aiutavano il popolo

  • Sabato, 17 Maggio 2014 08:23
  • Giulia De Baudi *
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Argentina, sentenza storica: la Chiesa cattolica mandante degli omicidi dei sacerdoti che aiutavano il popolo

Secondo la sentenza del tribunale de La Rijoa la Chiesa cattolica fu complice di crimini contro l’umanità durante la dittatura militare in Argentina tra 1976 y 1983.

La Chiesa argentina è stata giudicata complice della repressione contro los rojos della dittatura militare fra il 1976 e il 1983. Nello specifico dell’ultima sentenza, l’istituzione religiosa risulta collusa con i militari Luciano Benjamín Menéndez, Luis Fernando Estrella e Domingo Benito Vera, assassini dei sacerdoti Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville. I due preti, che appartenevano al Movimiento de Sacerdotes del Tercer Mundo, – nato da una costola del movimento evangelico Teologia della Liberazione  –  nel luglio del 1976, furono sequestrati nella loro chiesa, torturati e uccisi poco dopo.

Gli assassini sono stati condannati all’ergastolo un paio di mesi fa, da un tribunale de La Rioja, provincia del Nord del Paese. Le motivazioni della sentenza, pubblicate in questi giorni, puntano il dito contro la Chiesa Cattolica, considerata complice della dittatura militare che fece scomparire 30.000 giovani argentini.

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RENZI IL CAINO


RENZI IL CAINO

L’EBETE DI FIRENZE

che cosa ha fatto come sindaco a Firenze: “a Firenze ha abbassato l’irpef dello 0,1% per avere un milione di euro, ma per farlo ha però aumentato:

1) canone sul suolo pubblico del 50%
2) tasse cimiteriali
3) tasse sulle mense scolastiche del 26%
4) tassa rifiuti del 9%
5) tassa sul soggiorno da 1 a 5 euro
6) trasporti per alunni al 50%
7) servizi educativi per i bambini del 26%

Il deputato conclude: “lei ieri ha detto che non bisogna guardare solo ai mercati finanziari ma anche ai mercati rionali..” ebbene dice il deputato a Renzi: “la tassa per i mercati coperti è aumentata del 170%!

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anch’io sono terrorista no-tav,e tu?


anch'io sono terrorista no-tav,e tu?

fammi sapere se lo sei anche tu?

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denuncia alla magistratura le navi con armi chimiche c’è la legge


C’è una legge dello Stato, la 185 del 1990 che tratta di “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e che all’articolo 7 ci dice che “sono vietate la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e il transito di armi biologiche, chimiche e nucleari”. E’ vietato anche il transito!

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